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I voti di cosa nostra a una candidata alle Regionali 2017, in carcere esponente della mafia di Paceco

Per Michele Alcamo, 50 anni, colpevole di scambio elettorale politico-mafioso e condannato in via definitiva a tre anni e per cinque interdetto dai pubblici uffici, si sono aperte le porte del carcere

Michele Alcamo

Per il pacecoto Michele Alcamo, 50 anni, colpevole di scambio elettorale politico-mafioso e condannato in via definitiva a tre anni e per cinque interdetto dai pubblici uffici, si sono aperte le porte del carcere.

Alcamo è stato ristretto presso la casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani. Pregiudicato di Paceco, Michele Alcamo nel 2019 fu tra gli arrestati dell’operazione antimafia denominata “Scrigno”, effettuata dai carabinieri di Trapani e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo.

L’arresto di Alcamo, eseguito dai carabinieri della Stazione di Paceco, è stato emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali di Palermo, gli restano da scontare 11 mesi. Con l’indagine “Scrigno”, i carabinieri diedero un duro colpo al mandamento mafioso di Trapani: furono 25 le misure cautelari eseguite nei confronti di persone, molte delle quali gravate da sentenze già passate in giudicato per mafia.

Gli indagati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, danneggiamento. Gli investigatori dei carabinieri del comando provinciale, nel corso delle indagini, fecero luce sui rapporti tra mafia e politica in provincia di Trapani, documentando quanto accadde per le elezioni regionali dell’autunno del 2017.

Documentarono la mobilitazione della mafia, finalizzata al procacciamento di voti in favore dei candidati sponsorizzati, attraverso l’attivazione della rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto di voti a seguito di accordi illeciti. Fu scoperto che erano i rappresentanti locali della politica che si offrivano ai boss, proponendosi come loro punti di riferimento.

La condotta illegale attribuita a Michele Alcamo è legata al sostegno elettorale garantito nel corso delle regionali del 2017 a Ivana Inferrera, arrestata e poi prosciolta da ogni accusa. A fare da intermediario con esponenti mafiosi fu il marito, l’imprenditore Ninni D’Aguanno, poi condannato in appello (nel processo svoltosi col rito abbreviato) a tre anni. Michele Alcamo, è figlio di Salvatore, esponente di vertice della famiglia mafiosa di Paceco.

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