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Castelvetrano, assolto il fratello del gioielliere di Riina: era accusato di riciclaggio

Tommaso Geraci e Nicolò Marcello D’Alberti erano finiti a processo anche per appropriazione indebita e false fatturazioni

Tommaso Geraci, 68 anni, di Castelvetrano - fratello di Francesco Geraci, noto per aver custodito i gioielli «di famiglia» di Totò Riina, poi arrestato e quindi pentitosi, è stato assolto dal Tribunale di Marsala, insieme alla moglie Maria Lucrezia Roccafiorita, di 63 anni, ai figli Antonino e Irene, rispettivamente di 40 e 35 anni - nonché al marsalese Nicolò Marcello D’Alberti, di 59, dalle accuse, mosse a vario titolo, di riciclaggio, appropriazione indebita e false fatturazioni per 675 mila euro finalizzate all’evasione fiscale.

Secondo gli investigatori (guardia di finanza e carabinieri), tra il 2012 e 2017, a fornire centinaia di false fatturazioni, per l’accusa per operazioni «inesistenti», sarebbe stato D’Alberti, titolare di una ditta individuale, che, dopo avere ricevuto bonifici per 624 mila euro dal conto corrente della società «G.i.a. srl», di cui erano amministratori Tommaso e Antonino Geraci e che gestiva due «compro oro», uno a Castelvetrano e l’altro a Mazara, avrebbe restituito le somme in contanti. E con questo denaro, sempre secondo l’iniziale accusa, i Geraci avrebbero acquistato oggetti in oro di «provenienza illecita» (per l’accusa, frutto di rapine) commissionandone la fusione alla società «Valmet», ignara dei retroscena. Per questi fatti, Tommaso e Antonino Geraci furono arrestati nel febbraio 2019. Furono anche sequestrati beni immobili e conti correnti, che adesso il Tribunale di Marsala ha dissequestrato.

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