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Campobello di Mazara, torna la videosorveglianza nel paese dove si nascose Messina Denaro

Dopo dieci anni il Comune tornerà ad avere funzionante il sistema. Il ministero dell’Interno ha concesso un finanziamento di 210 mila euro

I controlli a Campobello di Mazara dopo l'arresto di Messina Denaro

Dopo dieci anni il Comune di Campobello di Mazara, nel Trapanese, tornerà ad avere funzionante il sistema di videosorveglianza. Il ministero dell’Interno ha concesso un finanziamento di 210 mila euro che saranno destinati alla realizzazione di impianti di videosorveglianza per il rafforzamento della sicurezza urbana.

Il finanziamento è avvenuto nell’ambito dei «Patti per l’attuazione della sicurezza urbana»: il Comune trapanese, dove per anni si è nascosto il super latitante Matteo Messina Denaro, si è collocato al 164esimo posto della graduatoria nazionale.

Complessivamente sono stati 480 i progetti finanziati, di cui solamente due in provincia di Trapani (Unione dei Comuni Elimi Ericini e Campobello di Mazara).
Il progetto presentato dall’Amministrazione comunale prevede la realizzazione di un sistema di videosorveglianza composto da circa 50 telecamere di ultima generazione che saranno installate in tutte le vie di ingresso al territorio comunale e nei pressi dei siti considerati «sensibili». Alcune di queste telecamere saranno, inoltre, predisposte per la lettura delle targhe dei veicoli.

Il servizio di videosorveglianza che era attivo nel territorio comunale funzionò sino al 2013, sospeso dopo che la Commissione straordinaria (presidente Esther Mammano), insediatasi dopo lo scioglimento del Comune per mafia, ha interrotto il rapporto con Telecom. I commissari avrebbero rilevato anomalie nell’affidamento del servizio.

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