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Laura Bonafede resta in carcere, contribuì alla rete di comunicazione di Messina Denaro

Depositate le motivazioni del provvedimento a carico della maestra, accusata di aver favorito la latitanza del padrino di Cosa nostra

Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro parlano al supermercato il 14 gennaio 2023

Laura Bonafede «ha contribuito in modo fattivo al mantenimento in vita della peculiare rete di comunicazione di Matteo Messina Denaro, affidando la consegna dei propri scritti ai tramiti, ideando ella stessa nuovi nomi in codice con cui fare riferimento a terzi soggetti o servendosi di nomi già pensati da boss e distruggendo i messaggi da lui ricevuti in vantaggio dell’ex latitante».

È quanto si legge nel provvedimento col quale il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Laura Bonafade, la maestra per anni compagna del capomafia di Castelvetrano arrestata con le accuse di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. I giudici hanno depositato nei giorni scorsi le motivazioni della decisione.

Ha vissuto con il boss dal 2007

Risalirebbe al 1996 l’inizio della relazione tra Laura Bonafede, la maestra arrestata per favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena, e il boss Matteo Messina Denaro. Solo a partire dal 2007, però, la donna sarebbe stata coinvolta dal capomafia nella gestione dei propri interessi. Lo sostiene il tribunale del Riesame nella motivazione del provvedimento con cui ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali della Bonafede.

La convivenza tra i due, insieme alla coppia viveva anche la figlia della maestra, Martina Gentile, indagata per gli stessi reati della madre, «sarebbe stata interrotta nell’aprile del 2015 - specificano i magistrati -. Da aprile del 2017 la convivenza si sarebbe trasformata in mera frequentazione, anche quest’ultima sarebbe stata bruscamente arrestata nel dicembre del 2017 probabilmente a seguito delle perquisizioni disposte dai giudici».

L’indagine che ha portato all’arresto della Bonafede è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dal pm Gianluca De Leo.

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