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Medico di Marsala scagionato dall'accusato di aver causato un'infezione tubercolare

La procura della corte dei conti contestava a Sebastiano Sanci un danno erariale di quasi un milione di euro.

L'ingresso della Corte dei Conti

La procura della corte dei conti contestava a Sebastiano Sanci medico dell’ospedale di Marsala un danno erariale di quasi un milione di euro. Nel 2000 una donna si era rivolta alla magistratura contro la struttura ospedaliera per le gravi lesioni che aveva subito il figlio da infezione tubercolare. Il pubblico ministero contabile ha contestato al medico Sanci di non aver predisposto le misure necessarie a scongiurare il contagio del figlio. Il medico non avrebbe rispettato le linee guida e dalla normativa di riferimento in merito all’infezione da tubercolosi.

Il medico si è difeso assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Rosario De Marco Capizzi. Gli avvocati hanno evidenziato che una eventuale segnalazione trasmessa all’unità operativa di igiene e sanità pubblica non avrebbe sortito alcun effetto pratico, dal momento che l’unità operativa da ultimo citata affidava, a quel tempo, alla unità operativa di pneumologia la gestione - sotto ogni aspetto - delle patologie tubercolari. La segnalazione si sarebbe quindi risolta in un mero adempimento burocratico privo di qualsivoglia rilevanza. I difensori del medico hanno dimostrato che era stato effettuato un apposito esame volto a verificare il grado di contagiosità del paziente, conformemente alle linee guida. Il medico avrebbe poi rispettato la puntuale esecuzione da parte di ulteriori adempimenti previsti dalla normativa di rifermento. La procura contabile ha archiviato il procedimento nei confronti di Sanci che non dovrà pagare l’importo precedentemente contestato di quasi un milione di euro.

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