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Resta in carcere Laura Bonafede, la maestra accusata di avere aiutato Matteo Messina Denaro

Figlia del boss di Campobello di Mazara Leonardo, l'insegnante avrebbe scambiato lettere con il capomafia castelvetranese con un linguaggio codificato e avrebbe dato sostegno alla sua latitanza. Rigettata l'istanza

Laura Bonafede

Laura Bonafede, maestra elementare a Castelvetrano e figlia del boss di Campobello di Mazara, arrestata il 13 aprile scorso con l’accusa di avere aiutato Matteo Messina Denaro nella sua latitanza, resta in carcere. Lo ha deciso il tribunale del Riesame che ha rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dai legali della donna.

La maestra è accusata di avere aiutato Matteo Messina Denaro, provvedendo alle sue necessità anche di vita quotidiana; nell’aver condiviso con questi un linguaggio codificato nelle comunicazioni scritte al fine di celare l’identità delle altre persone coinvolte nella sua assistenza; nell’aver adottato particolari cautele in occasione degli incontri di persona al fine di eludere i controlli delle forte dell’ordine e fornire al latitante informazioni su possibili rischi connessi alla frequentazione di persone e luoghi specifici. Consentendo quindi al boss Matteo Messina Denaro, come si legge nell’ordinanza, «una prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue primarie esigenze personali, di non essere localizzato e catturato dalle forze dell’ordine, e di non essere sottoposto alle pene per le quali era stato condannato».

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