Trapani

Lunedì 07 Ottobre 2024

Trapani, il carcere Cerulli colabrodo: non c'erano telecamere in alcuni tratti del muro di cinta

Il procuratore di Trapani Gabriele Paci

«Il carcere di Trapani Pietro Cerulli era un luogo “benedetto” dai detenuti. I reclusi lo indicano come luogo nel quale si tengono atteggiamenti tolleranti di alcuni agenti della polizia penitenziaria che davano la propria compiacente collaborazione». Lo ha affermato il procuratore capo di Trapani Gabriele Paci nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i dettagli dell’operazione Alcatraz che ha portato all’esecuzione di 24 misure cautelari. È stato accertato che alcuni tratti del muro di cinta della casa circondariale non erano videosorvegliati e questo consentiva di introdurre anche palloni contenenti microtelefoni e droga. Tra gli indagati due detenuti condannati con sentenza definitiva per omicidio, uno appartenente alla Sacra Corona unita e uno alla camorra. I due erano in contatto con un agente penitenziario e reggevano il traffico di droga e telefonini con il carcere. I fatti si riferiscono a un periodo compreso fra il 2018 e il 2022. Due persone detenute in un’altra casa circondariale, in una intercettazione, fanno riferimento al Cerulli e commentano che a Trapani è molto facile portare droga e cellulari. «Un’indagine molto complessa e approfondita su una situazione grave e un malcostume diffuso e conosciuto», ha detto il procuratore Paci, illustrando i contorni dell'operazione Alcatraz, che oggi ha portato all'arresto di ventidue persone.

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