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I codici di Messina Denaro: Campobello era Macondo, la città dei Cent'anni di Garcia Marquez

Carabinieri a Campobello di Mazara

«Amico mio», «Cugino», «Blu», «Venesia» erano i nomi coi quali Matteo Messina Denaro chiamava, nelle lettere, Laura Bonafede, la maestra amica del boss e figlia del capomafia di Campobello arrestata per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Ma il linguaggio criptato, che piano piano i carabinieri del Ros e i pm stanno decifrando, è molto complesso. Ad esempio la figlia della Bonafede, Martina Gentile, indagata per favoreggiamento, è «Tany» o «Cromatina»; la sorella del boss, Rosalia, in gergo era «Fragolone»; i due vivandieri Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Lanceri «Maloverso» e «Diletta» o «Lest»; l’auto del boss «Margot»

Per Campobello di Mazara il capomafia aveva preso in prestito da Gabriel Garcia Marquez il nome di «Macondo», mentre la località di mare di Triscina era «Macondino». Messina Denaro era «Depry», la malattia di cui soffre «la romena», la clinica dove faceva le terapie «lo squallido», «Aragona» era Castelvetrano, «Donna» la madre della Bonafede, «Uomo» il padre, il boss Leonardo. «Tu sai che non piango facilmente ma è da un po’ di mesi che appena penso e parlo di Uomo piango e quando leggo e penso a Depry piango. È sinonimo di impotenza, non posso far niente per cambiare questa realtà», scriveva la Bonafede a Messina Denaro fingendo di parlare di una terza persona (Depry). Restano decine i nomi in codice da interpretare.

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