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Caccia alle talpe di Messina Denaro, i sospetti anche dentro le forze dell'ordine

L'appunto della sorella Rosalia di Matteo Messina Denaro sulle condizioni di salute del boss

Chi sono le talpe di Messina Denaro? Quei soggetti cioè che hanno aiutato l'allora latitante a rimanere tranquillo nella sua città natale per così tanto tempo nonostante le innumerevoli operazioni effettuate dalle forze dell'ordine che hanno fatto terra bruciata attorno a lui. Dopo il suo arresto ora è caccia alle talpe e ai complici.

Nella gamba della sedia a casa di Rosalia Messina Denaro non c’era infatti solo quello che hanno definito il diario clinico dell'ex primula rossa, ma c'erano anche delle informazioni dettagliate di cui Rosalia – scrivono i magistrati – era venuta in possesso sul funzionamento delle telecamere installate dalla polizia giudiziaria per finalità investigative”.

A passare le indicazioni alla sorella, su come proteggere la sua riservatezza era stato l'allora latitante, che dell’appunto conservava una copia nella casa di vicolo San Vito a Campobello di Mazara. C'è il sospetto che Messina Denaro potesse contare sull’aiuto di una talpa. Quasi certamente in divisa.

“L’evidente tecnicismo lessicale utilizzato, ad esempio quando fa riferimento alle «cassette di rilancio segnale» che vengono impiegate per occultare la trasmissione dei segnali audio e video – aggiungono i pm della Direzione distrettuale antimafia – fa senza dubbio ipotizzare il potenziale coinvolgimento di appartenenti alle forze dell’ordine o di specialisti forniti di uno specifico know how nel settore, unici in possesso di tali preziose informazioni”. Messina Denaro ha fornito alla sorella da venerdì in carcere, in modo che li girasse a tutti gli altri, le indicazioni per riconoscere ed evitare “telecamere” e le “cassette di rilancio del segnale che captano il segnale dalle vicine microspie e telecamere e lo rilanciano fin dove sono loro”. E sembra che a maggio dello anno erano riusciti nel loro intento. Lungo la linea ferrata, non lontano dalla stazione di posta, la casa di campagna di contrada Strasatti-Paratore, erano state piazzate delle telecamere che vennero scoperto. “Purtroppo è andato tutto a scatafascio… la ferrovia non è praticabile, è piena…”, scriveva Messina Denaro alla sorella Rosetta nel maggio scorso. E intanto sono al momento 22 i sospettati relativamente all'indagine che riguarda la sua malattia.

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