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La Libia cerca di sequestrare 4 pescherecci siciliani, la Marina italiana lo evita

Il peschereccio mazarese Twenty Three

Una motovedetta libica ha tentato di sequestrare tre pescherecci di Mazara del Vallo, il Pegaso, il Giacomo Gancitano e il Twenty Three, ed un motopesca di Pozzallo, il Vincenzo Ruta, a 80 miglia a Nord di Tripoli. L’episodio si è verificato venerdì scorso (3 febbraio) e solo l’intervento della nave militare San Marco, che ha inviato un elicottero sulla zona di pesca, ha fatto desistere i militari nordafricani.

Il presidente del Consiglio comunale di Mazara del Vallo (Trapani) Vito Gancitano su Facebook scrive: «Probabilmente 108 giorni non sono bastati e ancora una volta assistiamo al tentativo di sequestro, da parte delle vedette libiche, di pescherecci mazaresi. Mentre il nostro governo discute con le autorità libiche sulle problematiche che attanagliano il Mediterraneo, gli stessi libici tentano il sequestro. Questa volta, per fortuna, la nostra Marina militare ha evitato che ciò potesse accadere. I nostri pescatori hanno bisogno di più tutela e quei 108 giorni devono rimanere solamente un brutto ricordo».

Il peschereccio Twenty Three aveva rischiato un analogo sequestro nel 2017, allora assieme al peschereccio Twenty Four, ed anche cinque anni e tre mesi fa era stata la Marina italiana a intervenire,

I segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Trapani Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Roberto Giacalone, in una nota dicono che «ancora una volta il tema della sicurezza dei lavoratori del mare Mediterraneo torna prepotentemente nella cronaca, a significare che il problema non è affatto risolto e che, dunque, non si può abbassare l’attenzione».

Per i sindacalisti «è una situazione che purtroppo non ha ancora trovato la giusta definizione e continua ad alimentare uno stato di difficoltà e insicurezza per i pescatori italiani. Flai, Fai e Uila si sono fatte promotrici nel tempo, anche a livello nazionale, di iniziative che potessero richiamare l’attenzione della politica sul tema, affinché possa esserci un intervento del governo che possa finalmente garantire a questi lavoratori di poter svolgere la loro attività in totale sicurezza. Bisogna individuare e mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza e il rispetto dei diritti umani dei pescatori italiani che operano nel canale di Sicilia e per assicurare loro la possibilità di continuare a pescare in quelle acque. Appena una settimana fa - concludono i sindacati - la presidente del Consiglio Meloni, insieme ai ministri Tajani e Piantedosi, è stata in Libia, viene dunque spontaneo chiedersi se si è parlato di un argomento tanto importante e nel caso a quali conclusioni si sia arrivati».

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