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Trapani, due boss liberi per buona condotta: entrambi sono legati a Matteo Messina Denaro

Carcere di Trapani

Due uomini vicini al boss latitate Matteo Messina Denaro hanno lasciato il carcere sebbene non fosse ancora decorso il periodo di carcerazione per le condanne subite. Sono il pacecoto Francesco Pace, 81 anni, arrestato dalla squadra mobile nel novembre del 2005, e Girolamo “Luca” Bellomo, palermitano, 45 anni, arrestato dai carabinieri di Trapani e dai Ros nel 2014. La buona condotta e altri benefici accordati dai rispettivi giudici di sorveglianza, hanno accorciato le loro detenzioni. Pace è uscito dalla casa di reclusione di Spoleto, Bellomo da quella di Terni. Liberi e senza alcun vincolo. I due sono stati scarcerati nei giorni scorsi.

Nonostante sono risultati destinatari di misure di prevenzione e di applicazione della sorveglianza speciale, disposte durante la loro carcerazione, le norme introdotte con il nuovo codice antimafia non hanno fatto scattare l’applicazione. Restano quindi liberi di muoversi. I giudici (competente è il Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani) dovranno rivalutare la loro pericolosità sociale: dovranno decidere se applicare o meno le misure di prevenzione già decise.

Pace e Bellomo, chi sono

Entrambi sono legati al latitante Matteo Messina Denaro. Sarebbe stato proprio Matteo Messina Denaro a indicare Pace a capo della famiglia trapanese dopo l’arresto nel 2001 di Vincenzo Virga. A unire Bellomo a Cosa nostra (condannato per mafia, rapina e traffico di droga) sono anche legami familiari. Genero, nipote e cognato di boss mafiosi. L’uomo è sposato con l’avvocato Lorenza Guttadauro, figlia del mafioso Filippo e di Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, a loro volta genitori anche di Francesco Guattadauro, nipote diretto del capomafia di Castelvetrano, anche lui arrestato e in carcere per mafia. I pentiti hanno raccontato della predilezione dello zio Matteo per il nipote.

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