Gli appassionati di immersioni ma anche di archeologia, che si ritroveranno in vacanza nella Perla nera del Mediterraneo, potranno in questa calda estate, usufruire di un appuntamento immancabile. Sono stati infatti riaperti gli itinerari archeologici sommersi, e questo grazie alla campagna di messa in sicurezza e collocazione delle boe di ormeggio realizzata dalla Soprintendenza del Mare in collaborazione con i diving center presenti di Pantelleria. Mare cristallino e incontaminato e accanto i tesori dell'archeologia venuti alla luce nel corso delle tante campagne di ricerca che sono state portate a termine in questi anni, nelle profondità dell'isola. Due gli itinerari che si potranno visitare.
L'itinerario Cala Gadir si sviluppa all’interno dell’insenatura del piccolo porticciolo ed ha due le tipologie di visita. La prima, che si sviluppa fino ai 18 metri di profondità, ha una comoda entrata da terra e un percorso che parte con un primo reperto, una parte lignea di un antico scafo a circa 12 metri di profondità, per poi proseguire fino ad un pianoro alla profondità di 18 metri dove si possono ammirare una grande quantità di anfore di varia tipologia ed epoca.
La seconda parte dell’itinerario è riservata a subacquei in possesso di brevetto di secondo livello. In questo caso dalla boa di ormeggio, si scende in piena sicurezza lungo la catena e si arriva su un pianoro a 30 metri di profondità in prossimità di un grosso ceppo d’ancora in piombo di epoca romana del III-II secolo a.C..
Si prosegue lungo un percorso che consente di ammirare un’ancora in pietra di grosse dimensioni e numerose anfore che vanno dal III secolo a.C. al II secolo d.C. L’immersione prosegue, infine, fino al pianoro dei 18 metri in un susseguirsi di anfratti e cadute ricchi di flora e fauna che offrono un contesto naturalistico incontaminato. Nella parte più profonda dell’itinerario, a 30 metri di profondità, è collocato un sistema di videocontrollo subacqueo che consente la visione delle immagini in diretta dal fondo del mare. Serve a garantire la tutela del sito archeologico.
In prossimità di Punta Tracino e a poca distanza da Cala Levante e Cala Tramontana, il secondo itinerario. Si sviluppa partendo dalla boa di ormeggio collocata su un fondale di 12 metri si segue un percorso che consente di vedere da vicino una serie di ancore all’interno di un arco cronologico molto vasto, si può ammirare l’evoluzione della tipologia di ancore, da quelle in pietra a tre fori a quelle in piombo, fino alle recenti “bizantine”, testimoni dell’utilizzo del ridosso come luogo di ancoraggio in diverse epoche. Completano l’itinerario un’anfora Dressel 1B, una Keay25 e un gruppo di lingotti in piombo. Per tutti gli itinerari della Soprintendenza del Mare, è consentita la visita esclusivamente accompagnati dai diving center autorizzati.
“La possibilità di effettuare immersioni in sicurezza nei siti archeologici sommersi di Pantelleria – sottolinea l'assessore regionale dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, Alberto Samonà – costituisce un forte elemento di attrattività per il turismo culturale dell'Isola. La ricchezza dell'offerta archeologica di Pantelleria, con itinerari di terra e di mare, esprime, all'interno di un micrcosmo di grande pregio ambientale, tutta la ricchezza e la peculiarità della Sicilia, con un patrimonio che si esprime attraverso monumenti, resti archeologici, ambienti naturalistici eccezionali, cibo, cultura e, da alcuni anni, anche attraverso il riconoscimento della tecnica colturale della vite come patrimonio Unesco. Un viaggio, quello nel cuore della perla nera del Mediterraneo, che difficilmente può essere dimenticato”.
“Prosegue – dichiara il Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici – il lavoro di messa in sicurezza e ripristino degli itinerari subacquei siciliani. Nonostante il ritardo nello stanziamento delle somme necessarie per la manutenzione dei siti archeologici subacquei, la Soprintendenza del Mare grazie al supporto dei diving center siciliani sta rendendo fruibili i percorsi culturali istituiti lungo le coste dell’Isola. L’aiuto che i privati stanno fornendo per la ripertura di siti - aggiunge Maurici - conferma ancora una volta che la politica di sinergia e collaborazione stabilita già da molti anni risulta vincente per la necessaria azione di valorizzazione del patrimonio sommerso”.
L'attività di manutenzione è stata effettuata, in particolare, grazie alla collaborazione e al supporto del Diving Center DIVEX di Edoardo Famularo, Ispettore Onorario per i beni culturali sommersi dell’Isola di Pantelleria, che ha affiancato con il suo staff la SopMare nella riattivazione degli itinerari, collocando le boe in prossimità dei percorsi così da fornire ai sub un ormeggio sicuro e un ingresso in acqua in sicurezza.
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