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Castelvetrano, tamponi rapidi senza documenti: Nas in un centro di analisi e denunce

Operazione dei Nas di Palermo in un centro di analisi di Castelvetrano. Dopo un controllo è emerso che i pazienti da sottoporre a tampone rapido venivano accettati senza l’adozione di corrette procedure di identificazione e registrazione nella piattaforma informatica regionale.

Una irregolarità che è costata al titolare della struttura una segnalazione all’Autorità Sanitaria competente. I controlli fanno parte della campagna di accertamenti avviata dal comando dei carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il ministero della Salute, per verificare la corretta esecuzione di tamponi e analisi antigeniche per la ricerca del Covid-19, presso i punti prelievo delle farmacie e centri di analisi.

L'attività è partita lo scorso mese in tutta Italia con l'obiettivo di individuare il fenomeno dei “falsi positivi”, ovvero dei soggetti già risultati positivi che si presentano presso un punto di prelievo con la tessera sanitaria di un “no vax” per fargli ottenere il green pass alla scadenza della quarantena. La correttezza delle operazioni effettuate nei centri di analisi è dunque oggetto di controllo da parte dei carabinieri dei Nas. Al centro delle verifiche c'è la procedura che prevede l'identificazione dei soggetti da sottoporre a test dopo l'esibizione del documento di identità e della tessera sanitaria.

Negli ultimi 30 giorni i controlli hanno riguardato complessivamente 1.360 farmacie e centri di analisi, rilevando irregolarità in 170 di questi (pari al 12,5%) e contestando 282 violazioni per uso di tamponi e kit reagenti non regolari, mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test, inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell’esecuzione dei tamponi, test effettuati in ambienti non idonei dal punto di vista igienico sanitario.

Il bilancio è la sospensione di 21 punti di prelievo di tamponi rapidi, il sequestro di 677 kit per tamponi rapidi risultati non idonei, e l'individuazione di 18 operatori che svolgevano l’attività sebbene privi del green pass.

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