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La guerra delle antenne, a Erice è scontro sulla concessione di terreni a Ray Way

Le antenne Rai in Sicilia provocano sentimenti e reazioni di segno opposto. A Caltanissetta sono pronti a fare le barricate per evitare l’abbattimento del trasmettitore di 286 metri. A distanza di 240 chilometri, a Erice, c’è chi le antenne non le vorrebbe proprio. Nemmeno quelle della telefonia e teme che ne possano spuntare altre.

Così in una terra già ricca di contraddizioni adesso c’è pure la dicotomia dell’etere. Nel cuore dell’Isola sono scesi in campo persino gli ambientalisti per evitare lo smantellamento del trasmettitore entrato in funzione 70 anni fa e dismesso nel 2004, quando ascolti e ricavi in picchiata lo hanno fatto smettere di pulsare in onde medie. Ma i nisseni lo considerano un esempio di archeologia industriale. Qualcuno lo ritiene addirittura un «elemento identitario» e di certo, ormai, fa parte del paesaggio.

Non la pensano così nella cittadina medievale che domina la punta estrema della Sicilia occidentale. A fare scattare l’allarme è stata la notizia della concessione, da parte del Comune, di due terreni a Rai Way: uno a Piano delle Forche pari a 900 metri quadrati, l’altro al quartiere Spagnolo di 225. Tanto è bastato per fare salire la tensione. Per il Gruppo Archeologico Erykinon si starebbe violando «ogni elementare disposizione vigente in materia di tutela ambientale», ci sarebbe da temere per la salute e, soprattutto, i luoghi individuati dal contratto «sono di grande rilevanza sotto l’aspetto paesaggistico, storico ed archeologico. Nell’area di Piano delle Forche, già pesantemente deturpata dalla massiccia presenza di una selva di antenne, nel corso di scavi effettuati dalla Soprintendenza delle antichità della Sicilia occidentale, è stata riscontrata dall’archeologa Anna Maria Bisi la presenza di una necropoli punica di età ellenistica». Il sito è stato inoltre inserito nella carta archeologica del Piano territoriale paesistico regionale Ambito 1 e “«la concessione dell’area a Rai Way – scrive il presidente Nicola Savalli – pregiudicherà in modo irreversibile l’auspicato prosieguo di tali importanti indagini». La stessa preoccupazione investe il Quartiere Spagnolo, «ove è già presente una invasiva antenna» che cozza con una visione panoramica tra le più belle di Erice, «anche qui la concessione dell’area a Rai Way aggraverà il danno paesaggistico già perpetrato». Erykinon, poi, accusa l’amministrazione di «svendere i beni paesaggistici, storici ed archeologici per riscuotere un canone annuo di euro 51.300 euro oltre Iva per nove anni, da spendere chissà dove nel vasto e disarticolato territorio del Comune di Erice. E non si comprende a quale titolo Rai Way abbia già versato euro 265.500 euro».

Ma su un punto il gruppo archeologico si trova in sintonia con il sindaco di Erice Daniela Toscano: ci sono troppe antenne. Tuttavia «il contratto d’affitto – replica Toscano – non riguarda la concessione di terreni per installazione di nuove antenne, quanto il pagamento del corrispettivo per quelle esistenti, di proprietà Rai, che da più di mezzo secolo occupavano l’area comunale senza pagare alcun affitto. Si è trattato, di fatto, di pretendere il corrispettivo dovuto per l’occupazione del terreno comunale, dopo anni di gratuità. Pertanto non è previsto alcun nuovo scavo, né alcuna nuova installazione, né nuova opera, per cui non occorre alcun tipo di autorizzazione della Soprintendenza».

«Tale operazione – continua Toscano – dà il via alla razionalizzazione delle antenne previste dalla legislazione nazionale vigente che prevede il 2022 per dismettere quelle non più a norma, il cui segnale potrà essere irradiato dall’antenna di Rai Way, con un ulteriore guadagno economico del comune. Ma non è finita qui, poiché questa amministrazione sta lavorando per delocalizzare tutte le antenne che rimarranno attive in una parte meno paesaggisticamente pregiata. Lo ha fatto prevedendo un’apposita area nel nuovo Prg prima e poi lo ha fatto introducendo nel contratto di locazione con Rai Way una specifica clausola riguardante la realizzazione dello studio tecnico necessario a delocalizzarle». Anche sul tema dell’emissione di campi elettromagnetici delle antenne il sindaco è rassicurante: «L’Arpa recentemente ha ribadito che tutti i valori di emissione sono entro i limiti di legge e quindi non sussiste alcun rischio per la salute della popolazione».

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