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Canaloni chiusi da canne e alberi, il letto del fiume ridotto: ecco perché si allaga la Valle del Belice

La denuncia è delle associazioni Codici Onlus: una delegazione è andata a ispezionare la foce e gli altri luoghi devastati dalle alluvioni

Il fiume Belice poco prima della foce: è una foto fornita dalle Associazioni Codici onlus per documentare i problemi denunciati

Una delegazione delle associazioni Codici Onlus - Centro per i diritti del cittadino, Codici Sicilia e Codici Ambiente - si è recata presso la foce del fiume Belice in territorio di Castelvetrano per verificare le cause che hanno determinato l'allagamento di tutto il territorio circostante con ingenti danni alle coltivazioni e attrezzature agricole nonché alle numerose case e magazzini esistenti nella zona.

I danni

È venuto fuori uno scenario impressionante con uliveti ancora sommersi dalle acque e dal fango proveniente dal fiume e l'arredo dei fabbricati, a causa dell'acqua entrata all'interno degli stessi sino all'altezza di un metro e mezzo, completamente distrutto.

Le cause

«Non é possibile che per qualche ora d'acqua sia accaduta una cosa simile - commentano le associazioni in un comunicato che riporta la firma delle delegazioni di Castelvetrano, Agrigento e Palermo - e sicuramente qualcosa non ha funzionato. È stato accertato che i canaloni che dovrebbero raccogliere le acque piovane e convogliarle verso il fiume sono completamente ostruiti da erbacce infestanti, canne e persino alberi e quindi non possono svolgere la loro naturale funzione mentre gli argini del fiume Belice, da più parti, si sono ridotti notevolmente ed é sufficiente che il livello delle acque si alzi un po’ per provocare l'esondazione».

Il letto del fiume

Inoltre, prosegue la nota, «il letto, e quindi la portata del fiume Belice, per la mancata manutenzione evidenziata dalla crescita a dismisura di canne tuttora esistenti, si è notevolmente ridotto con la conseguenza che il deflusso delle acque avviene molto lentamente. Non si capisce perché nel corso degli anni non si é proceduto alla manutenzione dei canaloni e del fiume che avrebbe sicuramente evitato il disastro».

L'esposto

Le associazioni Codici presenteranno alle varie Procure competenti, compresa quella di Marsala, un esposto per gli eventuali reati che emergeranno dalle indagini, «senza escludere il disastro ambientale», sottolineano. Inoltre si attiveranno presso gli enti ed organi competenti per chiedere l'esecuzione urgente dei lavori necessari per evitare il verificarsi in futuro di situazioni simili.

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