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Mazara, niente risarcimento per il peschereccio mitragliato dai libici: "Fu aggressione, non sequestro"

L'armatore, che rimase ferito durante l'attacco dei libici, aveva chiesto 82 mila euro, ma per il ministero delle Politiche agricole non spetta alcun indennizzo

“Una aggressione e non un sequestro”. Questa la motivazione del ministero delle Politiche agricole con cui ha rigettata la richiesta di risarcimento presentata da Giuseppe e Giacomo Giacalone del gli armatori del peschereccio “Aliseo” di Mazara del Vallo che lo scorso 6 maggio era stato "assaltato" in acque internazionali da una motovedetta partita dal porto libico di Misurata. È quanto ricostruisce Francesco Mezzapelle sul Giornale di Sicilia in edicola domani.

Nel corso dell’attacco furono circa un centinaio gli spari esplosi dai militari libici. Il peschereccio subì diversi danni ed il comandante Giuseppe Giacalone rimase ferito, alla testa e al braccio, colpito dalle schegge dei vetri di plancia. Il motopesca rientrò a Mazara del Vallo l’8 maggio, nella stessa giornata Giacalone, con evidenti i segni delle ferite, venne ascoltato dalla locale Capitaneria di porto. La Procura della Repubblica di Roma aprì un’indagine, condotta dai carabinieri del Ros. Il motopesca fu posto sotto sequestro per oltre dieci giorni. Giacalone presentò una denuncia-querela per tentato omicidio, disastro navale, naufragio, danneggiamento nave e minacce gravi.  Chiese anche un risarcimento di 82.250,43 euro, che ora gli è stato negato.

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