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Cane avvelenato davanti alla sua casa, condannata consigliere comunale di Santa Ninfa

Maria Terranova

Un consigliere comunale di Santa Ninfa, Maria Terranova, con l’incarico di vice presidente del Consiglio comunale, è stata condannata dal giudice monocratico di Sciacca, Paolo Gabriele Bono, a sette mesi di reclusione oltre gli onorari causa, con pena sospesa, per avere avvelenato un cane con delle esche nel febbraio del 2016.

Il politico ha ottenuto la pena sospesa ma dovrà, lo ha stabilito il giudice, effettuare lavori di manutenzione e cura del patrimonio pubblico ivi comprese ville e giardini per la durata di sette mesi, non retribuiti, delegando il comandante della stazione dei carabinieri di Santa Ninfa di verificare il regolare adempimento.

Entro novanta giorni sarà depositata la motivazione. Resta grave e forte la sentenza di primo grado, “esemplare” basata sull'art 544 bis del codice penale, probabilmente dettata anche dalle recenti pronunce della Corte di Giustizia Europea, sul rispetto dell’uomo verso gli animali.

Terranova avrebbe causato la morte del cane di nome Cecè, un jack russel di 18 mesi, per avere lasciato delle esche velenose per lumache (metaldeide) all’interno di una ciotola davanti alla sua abitazione. Il cane, dopo atroci sofferenze, curato dai veterinari Salvatore Lo Curto ed Emanuela Castronovo dell’ambulatorio di Salemi e successivamente dal medico Paolo Arena di Carini è poi deceduto.

La proprietaria di Cecè ha poi esposto la denuncia nei confronti del politico, che durante le fasi del processo, si sarebbe difesa dicendo che il cane è venuto a mangiare davanti la sua casa e dove le esche sarebbero servite per debellare le formiche che stavano attaccando le sue piante. Adesso bisognerà aspettare che vengano depositate le motivazione, resta solo l’obbligo del pagamento di una provvisionale di 500 euro in sede penale, oltre alle spese legali.

L’avvocato del consigliere spiega: "Prendiamo atto del dispositivo emesso dal Tribunale di Sciacca. Attendiamo le motivazioni per formulare l’appello, certi di potere dimostrare l’assoluta estraneità ai fatti contestati alla mia assistita. Ribadiamo la nostra fiducia nella giustizia".

Per dover di cronaca i fatti sono antecedenti alla sua elezione in Consiglio comunale avvenuta solo nel 2018.

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