Lega un cane agonizzante ad un furgone e lo trascina fino ad un ucciderlo, poi posta il video su Facebook. E' quanto successo qualche giorno fa a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani. L'uomo nel video si mostra con una pistola in mano e da quanto dice sembra che abbia compiuto questo gesto per fare un "dispetto" al vicino. La denuncia arriva da LNDC Animal Protection.
Ha fatto il giro dei social ma il video è stato poi rimosso dall'autore, anche se, da quanto riportato in una nota da LNDC, le immagini sono state salvate e consegnate alle autorità. L’uomo aveva pubblicato i filmati su Facebook, mostrando un’arma da fuoco e dichiarando – con soddisfazione – di aver sparato al cane e poi di averlo finito trascinandolo in quel modo. Questo almeno stando a quanto riferito da alcuni utenti, dato che l’uomo parla in rumeno.
“Il nostro team legale si è subito messo al lavoro per sporgere denuncia e contattare le forze dell’ordine locali per avere maggiori dettagli”, fa sapere Piera Rosati – Presidente Nazionale LNDC Animal Protection. “Secondo quello che l’uomo dice nel filmato, l’uccisione del cane sarebbe un ‘dispetto’ al suo vicino. È incredibile e davvero spaventoso che questa persona si vanti con atteggiamento beffardo del suo gesto, arrivando a renderlo pubblico su un social media in questo modo. Con la nostra attività siamo abituati purtroppo a vederne tante di violenze sugli animali, ma questi eventi sono quelli più preoccupanti perché è chiaro che ci si trovi davanti a una persona senza scrupoli, senza morale, senza un briciolo di umanità.”
“Da tempo diciamo che tra le varie modifiche alle leggi a tutela degli animali debba essere compreso il reato di diffusione di immagini di questo tipo, perché il rischio emulazione è sempre dietro l’angolo. Persone come questa devono pagare non solo per il male che hanno fatto in prima persona agli animali ma anche per la mancanza di rispetto verso le loro vittime e l’esempio negativo che portano a chiunque incappi in questi filmati atroci. Faremo di tutto affinché questo essere spregevole venga assicurato alla giustizia e non possa più nuocere a nessuno il più a lungo possibile. Un mostro di questo tipo è un pericolo pubblico”, conclude Rosati.
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