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Loggia segreta a Castelvetrano, parla il legale di Lo Sciuto: "non è massone"

Giovanni Lo Sciuto

«Lo Sciuto non è mai stato massone» e «anche la Cassazione ha tratto la conclusione che Lo Sciuto aveva solo un interesse di matrice elettorale». A dirlo è l’avvocato Franco Messina, legale dell’ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Lo Sciuto, rinviato a giudizio dal gup di Trapani assieme ad altri 17 indagati con l’accusa di essere 'socio promotore e occulto' di una loggia massonica segreta.

«Nonostante il pronunciamento di rinvio a giudizio al quale ci ossequiamo, la cui origine procedurale riteniamo un formale 'orpello da riformare', confidiamo nella magistratura giudicante», continua l’avvocato Messina, aggiungendo che «il dottor Lo Sciuto esprime la propria fiducia nel futuro esito del processo penale e ribadisce la correttezza del suo operato».

L’ex deputato era finito in manette nell’aprile 2019 dai carabinieri del comando provinciale di Trapani nell’ambito del blitz Artemisia in cui erano state arrestate 23 persone, tra cui l’ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante e l’allora candidato alle amministrative Luciano Perricone, anche loro adesso rinviati a giudizio. Il gup Samuele Corso, accogliendo le richieste dei pm della Procura di Trapani (procuratore aggiunto Maurizio Agnello, sostituti procuratori Sara Morri e Francesca Urbani), ha contestato ad alcuni degli indagati, tra cui l’ex deputato, già componente della commissione regionale Antimafia, la violazione della Legge Anselmi.

«In ordine alla contestazione della violazione della Legge Anselmi n. 17/82 con iperbolici accostamenti storici con la P2 e la Scontrino - continua il legale dell’ex deputato regionale - vale la pena ricordare che già numerosi collegi giudicanti in ambito cautelare, sia ripetutamente del Tribunale del Riesame di Palermo che della Corte di Cassazione, hanno espresso un giudizio critico su quella che gli organi di stampa definiscono la 'superloggia segreta'».

Nella sua nota l’avvocato Franco Messina, citando un’ordinanza del Tribunale del Riesame, in cui si afferma che «...i singoli rapporti di amicizia del Lo Sciuto spesso attengono alla sua precisa strategia clientelare tesa ad allargare il suo consenso elettorale e non appaiono attingere profili di illiceità penale» e «...dagli elementi indiziari emerge una serie di iniziative individuali di Lo Sciuto non attratte nell’orbita dell’attività di un’associazione, bensì..in funzione del suo consenso elettorale che costituisce l’unico obbiettivo concretamente perseguito dall’odierno indagato».

Gli indagati inoltre sono accusati a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere. Il processo avrà inizio il prossimo 15 luglio davanti al Tribunale di Trapani.

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