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Violentata a Tre Fontane, il padre: "Frequentavano casa nostra, non mi confronto con i violenti"

Il papà della giovane ragazza vittima di uno stupro di gruppo a Tre Fontane lo scorso febbraio interviene nuovamente sulla vicenda. Dopo gli attacchi verbali ricevuti per aver inizialmente preso le difese dei ragazzi che avrebbero violentato la figlia, ha chiarito la sua posizione schierandosi dalla parte della ragazza. Adesso a chi gli chiede cosa direbbe ai quattro giovani di Campobello di Mazara e Marsala arrestati per il reato ai danni della figlia, risponde che non si confronta con i violenti.

"Cosa vorrei dire agli abusato di mia figlia? Con chi è stato protagonista della violenza - osserva - non voglio neanche confrontarmi. Due dei giovani arrestati frequentavano casa nostra perché amici d'infanzia di mio figlio; mangiavano qui per anni e ora hanno tradito quella fiducia che c'era. Come papà mi sono sentito ingannato. Campobello di Mazara non può meritare persone di questo tipo". Il padre della presunta vittima, inizialmente non sarebbe riuscito a rendersi conto di quanto era accaduto. Subito dopo avere appreso la notizia, ancora frastornato, si è presentato ai carabinieri insieme ai giovani che avrebbero violentato la figlia sostenendo che era ubriaca. Ma una volta avere appreso delle violenze, come spiegano gli stessi investigatori, è stato sempre al fianco della figlia e l'ha sostenuta nella sua scelta di denunciare tutto.

L'uomo poi invita le donne che subiscono violenza a trovare la forza di denunciare. "Alle ragazze violentate che non hanno la forza di denunciare dico: bisogna farlo senza se e senza ma, perché va affermata la legalità e la dignità di ogni donna". "Mia figlia - aggiunge - è molto giù psicologicamente certe volte esprime la sua solarità, ma capita pure che la notte si sveglia, urla".

 

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