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Delitto Garofalo a Mazara, al via il processo al marito

La manifestazione organizzata dopo l'omicidio

Al via processo per il delitto di Rosalia Garofalo. Domani mattina davanti al giudice delle indagini preliminari la sezione penale del Tribunale di Marsala si apre il procedimento giudiziario relativo all’omicidio della 54enne mazarese, uccisa lo scorso 29 gennaio dal marito Vincenzo Frasillo. Il caso fece scalpore nell’opinione pubblica anche per la sua efferatezza.

Il corpo di Rosalia Garofalo, all’arrivo della polizia, intervenuta a seguito della chiamata dello stesso marito, apparve martirizzato, la donna sembrava irriconoscibile. Gli esami della scientifica e l’esame autoptico dimostrarono le percosse subite negli ultimi tre giorni; Frasillo non gli prestò alcuna assistenza e nemmeno o richiese le necessarie cure mediche per salvare la donna e ciò fino all’ultimo eccesso d’ira quella drammatica sera.

L’uomo, pregiudicato ed in quel momento percettore del reddito di cittadinanza perché disoccupato, in una sua prima confessione si disse ossessionato dall’idea di esser tradito dalla moglie; dopo l’arresto fu condotto nel carcere di Trapani.

Rosalia Garofalo era legata al marito da trent’anni di matrimonio (i due avevano un figlio di circa 27 anni che si era trasferito per lavoro a Budapest), da tempo però era vittima dei suoi soprusi e violenze fisiche. Qualche anno prima aveva pure trovato il coraggio di denunciare il marito per poi ritornare sui propri passi proprio qualche mese prima della sua morte. Nonostante fosse rimasta per mesi in una comunità per donne vittime di violenza e più volte sollecitata dagli assistenti sociali e dal suo legale a chiudere qualsiasi rapporto con quell’uomo, Rosalia era voluta tornare a tutti i costi a vivere con il marito nella speranza che il loro rapporto potesse migliorare. Alcuni giorni dopo l’omicidio si svolse un corteo serale con fiaccolata in memoria di Rosalia Garofalo.

Circa duecento i partecipanti fra i quali rappresentanti istituzionali, rappresentanti di associazioni, in particolare di quelle contro la violenza sulle donne, ma soprattutto liberi cittadini sfilarono per le principali vie e piazze del centro storico di Mazara del Vallo esprimendo vicinanza a tutte le vittime di femminicidio. Sempre a Mazara del vallo infatti mesi prima un’altra donna era stata vittima di violenza da parte del coniuge. Il 29 maggio del 2019 la 34enne Viviana Valenti venne colpita da più di cinquanta coltellate dal marito, il 43 enne Guglielmo Norrito; la donna rimase viva per miracolo grazie all’intervento dei chirurghi del nosocomio mazarese che le ricostruirono la giugulare. Da un paio di anni grazie, anche alle diverse iniziative promosse dalle associazioni operanti contro la cosiddetta «violenza di genere», la locale compagnia dei carabinieri ha attivato una «rete antiviolenza» nei comuni di competenza (Mazara del Vallo, Campobello e Salemi) il cui bilancio ad oggi ha fatto registrare una ventina di arresti e circa una cinquantina di denunce a piede libero.

Ivana Calamia, rappresentante del movimento spontaneo «Vuci di fimmina» ha sottolineato «siamo vicini alle famiglie delle vittime; lottiamo quotidianamente. Bisogna dire con i fatti basta alla violenza di genere. Bisogna finanziare gli enti preposti al contrasto della violenza ed è fondamentale sensibilizzare i cittadini, a tutti i livelli». Sulla vicenda la condanna anche dell’associazione Demetra.

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