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Multato uno dei pescatori di Mazara tornato dopo il sequestro: "Non conoscevo le nuove regole"

Il peschereccio Medinea ormeggiato a Mazara

Uno dei 18 pescatori bloccati in Libia per 108 giorni è stato multato per inosservanza delle limitazioni previste per impedire la diffusione del Covid-19. L’episodio è avvenuto nella giornata di ieri a Mazara del Vallo e la multa è stata elevata dai militari della Guardia di Finanza.

«Stavo fumando una sigaretta con un amico, parlando di quello che avevo visto nelle carceri libiche, quando è arrivata la Guardia di finanza, dicendomi che dovevano farmi una contravvenzione», racconta Farhat Jammali, capo macchina del Medinea, tornato in città la settimana scorsa assieme agli altri marittimi detenuti in Libia per oltre tre mesi e mezzo. «Quest’estate era permesso fumare una sigaretta nel lungomare - dice il pescatore di origini tunisine - e non avevo assolutamente idea di tutte queste novità nei dettagli».

Nel corso dell’accertamento il pescatore era privo dei documenti e i militari delle fiamme gialle lo hanno accompagnato nella sua abitazione e sottoposto a sanzione da 180 euro. «Li ho implorati di non fare la multa, mi hanno detto che non sapevano nulla della mia storia e che erano obbligati a farla», continua Farhat Jammali, tanto che nel verbale, si legge «Non a conoscenza delle restrizioni Covid a causa prigionia».

L’episodio è stato segnalato alla prefettura di Trapani da Giorgio Randazzo, consigliere comunale di Mazara del Vallo, che in una lettera inviata al prefetto Tommaso Ricciardi, ha chiesto di «annullare il verbale data l’eccezionalità del caso con la speranza di una sua benevole accoglienza che eviterà ogni eventuale ricorso che per il signor Jammali verrà vissuto come ulteriore mortificazione».

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