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Pescherecci sequestrati, i pescatori di Mazara: "Ci accusano di droga a bordo, mentono"

Nella foto i due motopescherecci di Mazara del Vallo, "Aliseo" e "Anna Madre", sfuggiti al sequestro dopo essere assaltati da un'imbarcazione al largo di Zarsis, al confine tra la Libia e la Tunisia, in acque internazionali. Solo il contemporaneo intervento di un elicottero militare italiano e diun'unità navale della Marina tunisina ha permesso di evitare il peggio facendo allontanare l'imbarcazione a quanto pare appartenente alle autorità doganali tunisine. Mazara del Vallo (Trapani), 3 agosto 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA DISTRETTO DELLA PESCA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

I pescherecci di Mazara sarebbero stati sequestrati per la presenza di droga a bordo "ma mentono", dice in una telefonata il capitano Pietro Marrone, uno dei 18 pescatori bloccati in Libia assieme all'Antartide e Medinea sequestrati la sera del primo settembre.

La contestazione risale ad alcuni giorni fa, ma è stata comunicata ai familiari e agli armatori durante una conversazione telefonica in viva voce, a margine di una diretta televisiva. I pescatori si trovano nel carcere di El Kuefia, a 15 km a sud est da Bengasi.

"E' chiaro che vogliono alzare l’asticella", dice nella stessa conversazione l’armatore del Medinea, Marco Marrone. Nessuna conferma da parte della Farnesina, che assieme all’intelligence sta conducendo le trattative per il rilascio dei 18 marittimi. I due motopesca dalla sera del sequestro si trovano incustoditi nel porto di Bengasi.

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