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Mafia a Marsala, beni per 3 milioni confiscati a Pietro Centonze

Beni per un valore di 3 milioni di euro sono stati confiscati dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani e della Polizia di Stato in servizio presso la Divisione Anticrimine della Questura di Trapani a Pietro Centonze, 51 anni, ex sorvegliato speciale e già destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo emesso dalla medesima Autorità Giudiziaria nel febbraio del 2017.

Le indagini hanno consentito di ricondurre all'uomo la disponibilità di un rilevante patrimonio immobiliare, mobiliare e societario che nell’ambito nella misura di prevenzione a suo tempo applicata fa presumere che derivino da attività illecite.

Centonze avrebbe agevolato, secondo gli inquirenti, Cosa Nostra e la latitanza dei due fratelli Giacomo e Tommaso Amato, noti boss mafiosi della famiglia di Marsala. Inoltre sarebbe stato il prestanome nell’impresa “Caffé del Franco di Centonze Pietro e Lombardo Francesco s.n.c." svolto sempre nell’interesse della famiglia mafiosa di Marsala. Nel 2005 Centonze ha riportato la condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione. Dopo l'arresto l'uomo ha continuato nel suo ruolo, divenendo punto di contatto con la famiglia mafiosa di Castelvetrano. Una prova è il coinvolgimento, insieme al cugino Domenico Centonze, 45enne, nel duplice omicidio di due cittadini tunisini avvenuto a Marsala nel giugno del 2015.

Nonostante per tale reato siano stati assolti entrambi - in secondo grado - dalla Corte d’Appello di Palermo dopo la condanna a 20 anni da parte del Tribunale di Marsala, i  due cugini sono stati ritenuti soggetti portatori di un  elevato grado di pericolosità sociale, e il tribunale ha previsto per entrambi la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, mentre per Pietro Centonze ha disposto anche la confisca di 16 beni immobili (abitazioni e terreni agricoli), 4 beni mobili registrati (auto e moto), 4 società (gerenti, tra l’altro, due bar, due rivendite di tabacchi ed un’attività d’intrattenimento) e 14 tra conti correnti e rapporti bancari di varia natura, per un valore complessivo pari a circa 3 milioni di euro.

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