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Corruzione, annullati i domiciliari all'ex sindaco di Favignana

Giuseppe Pagoto, sindaco di Favignana

Il gip di Trapani ha revocato gli arresti domiciliari per l’ex sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto, arrestato dai finanzieri nel blitz 'Aegades' con l’accusa di corruzione, falso e turbativa d’asta. Il politico di area Pd - che si dimesso dallo scorso 17 luglio - è stato sottoposto all’obbligo di dimora nei comuni di Erice, Trapani e Valderice. Inoltre il gip Emanuele Cersosimo ha annullato gli arresti domiciliari per l’ex vicesindaco Enzo Bevilacqua, anche lui (riformulata l’accusa di corruzione in abuso d’ufficio) sottoposto all’obbligo di dimora nei tre comuni.

L’indagine della Procura di Trapani (procuratore aggiunto Maurizio Agnello, sostituti procuratori Matteo Delpini e Rossana Penna) riguarda la gestione del Comune, il sistema di approvvigionamento idrico e un sistema corruttivo politico-affaristico, consolidato da tempo, basato sull'asservimento della funzione elettiva e pubblica ad interessi meramente personali, elettorali ed economici, con gravi conseguenze in termini di abusivo dispendio di risorse pubbliche».

Nei giorni scorsi Pagoto si era avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ma le dimissioni presentate in Consiglio hanno determinato l’alleggerimento della misura cautelare.

Resta ai domiciliari il comandante dei vigili urbani, Filippo Oliveri, nonostante le risposte fornite al gip. In totale sono 24 gli indagati del blitz in cui la Guardia di Finanza di Trapani ha «accertato un accordo corruttivo» tra il sindaco, il vice sindaco pro tempore e un assessore del comune di Favignana con i responsabili e i dipendenti di due società che avevano ottenuto dal Ministero della Difesa la gestione della fornitura di acqua potabile, attraverso navi cisterna, nelle isole minori. Quantificato un danno erariale per circa 2 milioni di euro. AGI

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