Il medico che aveva scelto come direttore sanitario gli avrebbe rivelato che i carabinieri avevano avviato un'indagine su di lui. Fu in quel momento che il boss Mariano Asaro, 64 anni, ritenuto il capomafia di Castellammare del Golfo, sciolse la società che aveva creato con cui puntava ad avviare un ambulatorio odontoiatrico a Paceco.
Ieri mattina in Tribunale a Palermo, nel corso dell’interrogatorio davanti al Gip, Claudia Rosini, Asaro si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale, l’avvocato Donatella Buscaino, ha annunciato che ricorrerà al tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento della decisione del gip che ha confermato la misura cautelare nei confronti del boss.
Secondo gli investigatori, una volta uscito dal carcere, don Mariano aveva avviato vari affari illeciti e, attraverso intestazioni fittizie e l'appoggio del capomafia di Paceco Carmelo Salerno, aveva cercato di mettere in piedi la società "Pacecodental srl". Il progetto dell'ambulatorio fallì, come scrive Laura Spanò sul Giornale di Sicilia in edicola, quando il medico di San Vito Lo Capo, Vito Lucido, scelto come direttore sanitario disse a Asaro che i carabinieri lo avevano avvicinato per invitarlo a stare lontano da lui.
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