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Mafia ed estorsioni a Marsala, 4 condannati al processo "Visir"

Sono stati condannati (a complessivi 59 anni di carcere) quattro dei 14 presunti appartenenti alla famiglia mafiosa di Marsala arrestati dai carabinieri il 10 maggio 2017 nell'operazione “Visir”. Si tratta di quelli che hanno scelto il processo con rito ordinario. La sentenza è stata emessa, ieri, dal Tribunale di Marsala (presidente Vito Marcello Saladino, giudici a latere Andrea Agate e Francesca Maniscalchi).

La pena più severa, 19 anni di carcere, è stata inflitta a Michele Giacalone, imprenditore edile, di 50 anni, accusato, oltre che di associazione mafiosa, anche di tentata estorsione in danno di un'altra impresa che si era aggiudicata un appalto pubblico.

A 16 anni, invece, è stato condannato Alessandro D'Aguanno, di 28 anni, e a 12 anni ciascuno Andrea Antonino Alagna, di 40, e Fabrizio Vinci, di 50, entrambi di Mazara. Risarcimenti alle parti civili. A difendere gli imputati sono stati gli avvocati Luigi Pipitone, Chiara Bonafede e Vincenzo Catanzaro.

Il 16 gennaio, i pm della Dda Pierangelo Padova e Gianluca De Leo avevano invocato condanne per 72 anni: 24 anni per Giacalone, 18 per D'Aguanno e 15 per Alagna e Vinci.

Gli altri dieci coinvolti nell'operazione “Visir” hanno scelto il rito abbreviato e l'11 luglio 2018 sono stati condannati dal gup di Palermo Nicola Aiello ad oltre 114 anni di carcere. La pena più severa (16 anni) è stata per il presunto “reggente” della cosca: Vito Vincenzo Rallo, 60 anni, pastore, con già tre condanne definitive per mafia. Queste le altre condanne: 14 anni a Nicolò Sfraga, 12 anni e 8 mesi a Vincenzo D'Aguanno, padre di Alessandro, 12 anni per Michele Lombardo, Simone Licari e Ignazio Lombardo, 10 anni e 8 mesi per Giuseppe Giovanni Gentile, 10 anni per Aleandro Rallo, 9 anni per Calogero D'Antoni e 5 anni e 4 mesi per Massimo Salvatore Giglio (per concorso in associazione mafiosa e favoreggiamento). Per loro, è in corso l'appello.

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