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Strage di Pizzolungo, i familiari delle vittime: "Attendiamo ancora giustizia"

«Per Pizzolungo attendiamo ancora verità e giustizia, e non è vero che la verità non si possa trovare, perché gira per le strade della mia città, ancora oggi. Attendiamo verità e giustizia per Barbara, Salvatore e Giuseppe e nello stesso tempo vogliamo sapere, lo pretendiamo, perché Carlo Palermo doveva essere ucciso. Con Carlo Palermo siamo sullo stesso fronte, ognuno di noi ha perso qualcosa di importante, io i miei familiari, lui il suo lavoro, la sua serenità».

A parlare è Margherita Asta, figlia e sorella delle vittime innocenti della strage di Pizzolungo. Trentacinque anni dopo Margherita, che quest'anno a causa dell'emergenza coronavirus è rimasta bloccata a Parma con la sua famiglia, ci ricorda che sono vittime che attendono giustizia.

Lei unica superstite della sua famiglia, nel 1993 perderà anche il papà Nunzio Asta dice: “Sono rimasta per raccontare la storia di Barbara, Salvatore e Giuseppe.” Una storia che a Trapani passata l'emozione del momento in pochi volevano ricordare. “Loro tre - riprende Margherita - legati da un incredibile destino, nati lo stesso giorno, il 22 Febbraio, morti tutti e tre il 2 Aprile.”

Ieri mattina sul luogo dell'attentato a Pizzolungo, dove si erge la stele realizzata dal papà di Margherita a ricordo perenne di quella ferita mai rimarginata, e che oggi è diventato “parco della memoria”, dove nel corso dell'anno migliaia di studenti da tutta Italia condividono momenti di “memoria”, solo poche persone, e questo per via dell'emergenza Covid-19, ma sappiamo rappresentavano i tanti costretti a stare a casa.

L'articolo completo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia di oggi.

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