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Mazara, murales nel degrado: una campagna per salvarli

I murales da salvare. Raccontavano la storia della città. Quella marinara e monumentale. Sono sette di grandi dimensioni, realizzati circa 25 anni fa da grandi artisti siciliani che hanno fatto rivivere il mare azzurro di Mazara, la fatica del lavoro in mare, la vita cittadina, l'Arco Normanno e la figura di San Vito, Santo Protettore, chiamato a sostenere i suoi concittadini pescatori.

Da molti anni quei sette grandi murales, realizzati in una parete esterna dello stadio «Nino Vaccara» sono devastati, esposti alle intemperie, al vento e alla pioggia, e le immagini e le figure sono diventate irriconoscibili. Erano anche illuminati con dei faretti.

L'istituto «Il Duemila», guidato dall'ex sindaco Nicolò Vella, non ci sta. In una nota, in cui parla di «scandaloso depauperamento» i rappresentanti dell'istituto scrivono che «il degrado ha staccato e stacca le piccole tessere di pittura degli affreschi e immagini che scompaiono. Amareggiati e interdetti la pluralità dei cittadini. I murales - sottolineano - sono un omaggio alle bellezze di Mazara, al suo azzurro mare, al lavoro dei pescatori fra barche, reti, anfore, Santi Protettori e splendide chiese. Una delicatezza fiabesca su aspetti paesaggistici, umani, artistici della città, di grande fascino ed emozioni. “Uno dei luoghi, sui muri delle strade di Sicilia di grande valore d'arte popolare” - scrisse il direttore del tempo dell'Accademia di Belle Arti di Palermo, Totò Bonanno - che, tra l'altro, è stato autore di un murales».

L'articolo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia

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