Intervenire con la chirurgia laparoscopica come nuova frontiera per tutelare i pazienti, anche quelli che per una scelta religiosa (come i testimoni di Geova) o per altri motivi, rifiutano le emotrasfusioni. E' la scelta dell'ospedale «Abele Ajello» di Mazara del Vallo e del suo reparto di chirurgia generale.
La tecnologia è stata utilizzata con successo per una gastrectomia totale laparoscopica con linfectomia per carcinoma gastrico, quinta causa di morte per cancro al mondo. La paziente, una testimone di Geova di 77 anni di Mazara del Vallo, è stata dimessa in ottime condizioni dopo una degenza postoperatoria di 9 giorni.
L'intervento è stato eseguito, spiega in una nota la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, senza trasfusioni e nel massimo rispetto della volontà della paziente, dall'equipe diretta da Giacomo Urso, primario di chirurgia generale. La metodica laparoscopica che riduce al massimo le perdite ematiche, ma soprattutto il rispetto della volontà delpaziente per quanto riguarda l'uso del sangue, hanno fatto sì che l'Ajello sia diventato il polo attrattivo anche per itestimoni di Geova.
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