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Marsala, accolto il ricorso di Licata: dissequestrata metà dei beni

La struttura "Baglio Basile"

Sono stati restituiti a Michele Angelo Licata (ex principale imprenditore del settore ristorazione-alberghiero in Sicilia occidentale condannato in primo grado a 4 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione per una maxi-evasione fiscale, nonché per truffa allo Stato e malversazione) una parte dei beni che gli furono sequestrati a fine novembre 2015.

Un impero economico il cui valore è stato quantificato da Procura di Marsala e Guardia di finanza in 127 milioni di euro. Adesso, circa la metà del patrimonio gestito in amministrazione giudiziaria dal 21 aprile di quattro anni fa torna in possesso dell'imprenditore travolto da una serie di inchieste.

A deciderlo, accogliendo parzialmente la richiesta della difesa, è stata la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. I beni restituiti a Licata sono alcune delle sue principali strutture (il ristorante Delfino, l'albergo Delfino beach, il complesso albergo-ristoranti Baglio Basile di Petrosino, l'agriturismo la Volpara), nonché alcune pertinenze, somme di denaro e altro realizzato e acquistato dopo il 2006. Tra i beni che, invece, non sono stati restituiti ci sono le villette costruite attorno al Delfino beachwear e a Baglio Basile, la Ramaglia e la Villa Maria.

L'articolo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia

 

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