«E' vero. Alcuni dei 65 tunisini che ho assunto non hanno lavorato. Ma altri invece hanno lavorato. E comunque tutte le persone assunte erano già in possesso del permesso di soggiorno in Italia. Io non c'entro nulla con l'immigrazione clandestina». E' così che, ieri, nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Riccardo Alcamo, ha cercato di difendersi la marsalese Giuseppa Randazzo, titolare dell'omonima ditta individuale, nonché rappresentante legale di una cooperativa agricola, che da martedì scorso è agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione «Sea Ghost» condotta da Guardia di finanza e Dda. A difendere la donna, interrogata a Marsala su rogatoria chiesta dal gip di Palermo, è l'avvocato Ignazio Bilardello, che dice: «Abbiamo portato le prove che dimostrano che Giuseppa Randazzo non può essere accusata di associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina. Le persone assunte erano già in possesso di permesso di soggiorno e residenza in Italia». L'articolo completo nell'edizione di Trapani del Giornale di Sicilia di oggi.