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"I Fenici rugby Marsala", così si recuperano tanti bambini con storie difficili

Giovanni ha otto anni, suo padre è un tossicodipendente, sua madre un'alcolista, Jessica è la sesta di 10 fratelli, i suoi genitori non hanno i soldi per poterli mantenere. C'è Antonio, che il padre l'ha perso quando lui era ancora neonato, per colpa di una guerra di mafia.

C'è Luca, un bambino autistico che non voleva farsi nemmeno sfiorare. Tante storie di disagi familiari. E poi ci sono i bulli, i figli di papà che si dilettano a passare di lì e prenderli in giro.

Siamo a Marsala e ci troviamo nei quartieri più malfamati, dove tanti bambini, passavano le giornate in strada. Un giorno due "angeli" passando tra quelle vie, si sono soffermati e li hanno osservati a lungo. Siffrido Russo e Marco Quattrociocchi, non hanno avuto dubbi. Sapevano già cosa fare per aiutarli.

Il primo, un assistente capo della polizia, per vent'anni è stato nei Falchi e adesso svolge servizio all'aeroporto Trapani/Birgi, il secondo un maresciallo dell'Aeronautica in servizio alla base di Birgi, entrambi una passione comune, il rugby.

Portare il rugby tra i giovanissimi come strumento di formazione, educazione e rispetto delle regole. È questo lo spirito con cui entrambi hanno fondato l'associazione "I Fenici rugby Marsala" a cui negli anni si è unito un altro appassionato, il friulano, ma siciliano d'adozione, Francesco Tiralongo che oltre ad essere un General manager di importanti aziende vitivinicole, ricopre lo stesso ruolo all'interno dell'associazione.

"Oggi I Fenici di Marsala - racconta Tiralongo - sono indubbiamente il volto buono dello sport in questa parte della Sicilia. Abbiamo il dovere di supportare il diritto allo sport anche per i bambini meno fortunati dei nostri, con poche possibilità e provenienti dai rioni più disagiati della città".

Oggi si allenano allo stadio di Marsala e ci sono bambini dai quattro fino ai sedici anni di età.

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