Alle ultime elezioni politiche non era riuscito ad arrivare all'Ars l'ex deputato trapanese Paolo Ruggirello, 52 anni, arrestato nell'ambito della maxi-operazione antimafia che ha portato a 25 misure cautelari. Secondo gli inquirenti, l'ex deputato del Pd si proponeva ai mafiosi come «punti di riferimento» politico per i clan e arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione della campagna elettorale. Le accuse a suo carico sono dunque pesanti. Ma chi è Paolo Ruggirello? Un cognome importante nel Trapanese. Già suo padre, Giuseppe, piccolo imprenditore edile che fa la sua scalata tra gli anni Settanta e Ottanta, tanto da diventare banchiere della Banca industriale trapanese e poi presidente del Trapani Calcio. Ma il suo nome finisce anche in un rapporto della finanza che sospetta relazioni con la mafia locale. Scompare per un po' dalla scena pubblica, ma poco dopo Ruggirello Senior arriva alla vice presidenza della Fondazione Banco di Sicilia. Muore improvvisamente nel 1995 e gli affari di famiglia passano alla figlia Bice. Il figlio Paolo, invece, scende in politica, dapprima avvicinandosi a una vecchia conoscenza del padre, Bartolo Pellegrino, dell'area socialista. Nel 2006 Pellegrino diventa assessore regionale al Territorio nel governo di Totò Cuffaro e Paolo Ruggirello entra nella sua segretaria particolare. Pellegrino poi fu costretto alle dimissioni dopo lo scandalo di una intercettazione in cui parlava di "sbirri", riferendosi alla polizia, mentre parlava con un mafioso, ma poi venne assolto. A quel punto Ruggirello junior si avvicina agli Autonomisti di Raffaele Lombardo e nel 2012 riesce ad arrivare all'Ars. È stato tre volte deputato regionale. Da qui poi, seguono una serie di cambi di casacca: approda ad Articolo 4 di Lino Leanza e poi al Partito Democratico, nel 2015. Col Pd, nell'aria renziana, si candida prima alle Regionali nel 2017 e poi alle Politiche, correndo al Senato, ma resta fuori in entrambe le competizioni.