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Asp di Trapani, al via le misure per migliorare i pronto soccorso

Asp Trapani

Emanata dal commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Giovanni Bavetta, una delibera riguardante il "Processo di miglioramento dei servizi di Pronto Soccorso e Medicina e Chirurgia di Accettazione e d’Urgenza (Mcau)", con le misure da applicare per migliorare e razionalizzare l’uso dei pronto soccorso e Mcau dell’Asp, affinchè "si pervenga in tutta l’azienda a un modello operativo che possa fornire risposte omogenee ed efficaci in ogni presidio ospedaliero".

Il documento è stato predisposto dal direttore del dipartimento di Emergenza - Urgenza, Massimo Di Martino, e proposto dal direttore sanitario aziendale, Salvatore Requirez. "Si tratta di una svolta che definirei epocale - sottolinea Bavetta - in quello che è il principale punto di frontiera tra gli utenti e le strutture ospedaliere. Questo sistema introduce una sinergia tra i responsabili dei pronto soccorso, le direzioni sanitarie dei presidi ospedalieri e i direttori dei distretti territoriali. Abbiamo provveduto anche ad aumentare il numero di personale ausiliario, degli operatori socio sanitari e del personale infermieristico in tutti i PS e a breve completeremo la pianta organica prevista. È immediatamente esecutivo, al fine di consentire all’azienda di porre in essere tutte le azioni necessarie per assicurare un’adeguata assistenza sanitaria all’utenza".

In nessun caso, prosegue la nota, si potranno effettuare ricoveri in barella o in letti aggiunti se non sono disponibili le attrezzature necessarie per il trattamento o il monitoraggio del paziente. Nasce inoltre l’obbligo della figura del Bed Manager (infermiere appositamente formato) che, con apposito programma informatico, deve facilitare le ricerche dei posti letto e le dimissioni protette e facilitate. La delibera è stata notificata ai Direttori Sanitari dei presidi ospedalieri dell’ASP, nonchè ai Direttori dei distretti sanitari e ai Direttori dei dipartimenti, con obbligo della puntuale applicazione delle disposizioni contenute, conclude la nota.

"Il sovraffollamento dei Pronto soccorso - spiega Di Martino - è un problema diffuso in tutto il mondo sviluppato. In diversi paesi con sistemi sanitari ad accesso universale, analoghi al Servizio sanitario nazionale italiano, come la Gran Bretagna, il Canada, l'Australia e la Nuova Zelanda, è stato affrontato negli ultimi dieci anni con interventi mirati, normativi e gestionali. Tra gli interventi considerati ha un particolare rilievo la definizione del tempo massimo di permanenza nei pronto soccorso, da 4 a 6 ore) e la codificazione delle istruzioni operative volte alla sicurezza del paziente e alla omogeneizzazione dei comportamenti del personale sanitario operante nei pronto soccorso, privilegiando criteri di appropriatezza secondo percorsi univoci".

Questi, si legge in una nota, alcuni dei punti chiave della riorganizzazione: La formazione degli operatori al triage viene centralizzata secondo un modello unico aziendale; l’infermiere addetto al triage invierà i codici bianchi e parte dei verdi ai Punti di Primo Intervento e agli Ambulatori dei Codici Bianchi, strutture territoriali cui devono essere inviati i pazienti a bassa criticità/complessità; dopo la valutazione del triage, saranno smistati ai Fast Track attivi (in atto Pediatria e Ginecologia) i pazienti riguardanti quelle categorie di pazienti inviati o trasportati (se non in grado di camminare) all’ambulatorio di riferimento, dove il medico compirà l'anamnesi, somministra l’eventuale terapia sintomatica, effettua le indagini diagnostiche e l’opportuno trattamento, dispone le dimissioni o il ricovero; il paziente da ricoverare al termine della visita, e per il quale non vi è posto in reparto o in un ospedale vicino, non sosterà più nell’OBI (Osservazione breve intensiva) all’interno del PS oltre le tre ore, destinato ai pazienti in attesa di definizione della diagnosi e degli esami richiesti, ma verrà ricoverato in un reparto all’interno dello stesso dipartimento.

A regime, viene prevista la permanenza di non più del 5% dei pazienti in PS fino a 24 ore, e nessuno oltre; in caso di ricovero urgente, in assenza momentanea di posti letto il paziente sarà ricoverato in barella, previa accettazione da parte dello stesso o di chi lo accompagna. La barella dovrà avere dimensioni simili a quelle di un letto (almeno cm75x200), fornita di spondine e sistema che permetta al piano letto di essere sollevato. La barella non potrà essere collocata nei corridoi o al di fuori del dipartimento competente.

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