PALERMO. Sono stati convalidati i fermi di tutti i 21 boss, estorsori e gregari di Cosa nostra trapanese finiti in cella la scorsa settimana nel corso del maxi blitz di carabinieri, Dia e polizia contro i clan di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo.
I gip di Marsala e Sciacca, competenti per la convalida, hanno confermato la scelta della Dda di Palermo di procedere al fermo, scelta motivata dal rischio di una nuova guerra di mafia tra i due clan. Il fermo è stato convalidato anche per i cognati del capomafia Matteo Messina Denaro, Gaspare Como e Rosario Allegra.
A designarli ai vertici del clan è stato lo stesso boss latitante che li ha investiti della responsabilità di gestire gli affari della "famiglia": racket, energie rinnovabili come l'eolico, grande distribuzione alimentare e scommesse online. Convalidato anche il fermo di Carlo Cattaneo, titolare di una serie di agenzie di scommesse, pronto a finanziare la cosca in cambio dell’"autorizzazione" a esercitare.
Resta in cella anche Vittorio Signorello protagonista di una intercettazione shock in cui, il factotum di Como rivendica la bontà della scelta di Totò Riina di rapire e uccidere il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito strangolato dopo oltre 700 giorni di prigionia e sciolto nell’acido. Fermo convalidato anche per Antonioni Triolo e Nicola Accardo, i due postini della rete di pizzino con cui il boss latitante continua a comunicare coi suoi.
L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Paolo Guido e dai pm Carlo Mariella, Gianluca De Leo, Francesca Dessì, Gerry Ferrara, Alessia Sinatra e Claudio Camilleri. Convalidati i tutti i sequestri preventivi della attività economiche disposti dalla dda.
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