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Sentenza ribaltata: per l'imprenditore Mannina arriva l'assoluzione

PALERMO. La corte d’appello ha assolto “perché il fatto non sussiste” Vincenzo Mannina, accusato di associazione mafiosa. Un processo lunghissimo quello a Mannina che oggi ha ottenuto anche la revoca della confisca per le sue aziende.

Mannina era accusato di aver fatto parte della ''famiglia'' mafiosa di Trapani, capeggiata dal presunto boss Francesco Pace. L'imprenditore – secondo gli inquirenti - avrebbe tentato di impossessarsi, per conto di Cosa Nostra, della Calcestruzzi Ericina, azienda confiscata al boss di Trapani Vincenzo Virga. Il tentativo fallì per l'intuito del prefetto dell'epoca Fulvio Sodano che dopo fu trasferito ad Agrigento.

Si tratta del terzo giudizio di appello, dopo due annullamenti con rinvio della Cassazione (annullamenti proposti dal procuratore generale). E nell’ambito del procedimento penale i giudici di secondo grado avevano, finora, confermato la confisca dell’azienda ereditata dal padre (procedimento, questo, indipendente dalle misure di prevenzione).

A maggio del 2013, nel secondo giudizio di appello, Mannina era stato condannato a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa. In primo grado aveva riportato una condanna a 6 anni e 8 mesi, ridotta a 6 anni e 3 mesi nel primo giudizio di secondo grado. Arrestato nel 2007, Vincenzo Mannina, ha già scontato oltre 4 anni di reclusione.

La Cassazione aveva rimandato indietro alla Corte di Appello la prima sentenza di condanna individuando la necessità di circoscrivere meglio il reato contestato. Mannina, arrestato dalla polizia nel 2007, era accusato di associazione mafiosa, mentre per la Cassazione si configurava il concorso esterno. La Corte di Appello  aveva invece confermato condanna e reato di associazione mafiosa, poi nuovamente annullati con rinvio dalla Cassazione.

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