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"Intascavano i soldi dei biglietti", custodi del museo indagati per truffa

MARSALA. Avrebbero intascato il denaro versato da alcuni visitatori consegnando loro biglietti con la scritta «ingresso gratuito».

È questa l'accusa mossa a due custodi del Museo archeologico regionale Lilibeo di Marsala, Giuseppe Graffeo, di 54 anni, e Pietro Ferreri, di 52, entrambi indagati per truffa in concorso in danno della Regione. Ai due custodi è stato notificato l'avviso conclusione indagini preliminari, atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. I casi accertati e contestati ai due custodi sono quattro e risalgono al 4 giugno 2015.

Ma da quanto accertato dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, che ha svolto l'indagine (coordinata dal sostituto procuratore Giulia D'Alessandro), è emerso anche un dato sospetto. Nella stessa giornata del 4 giugno 2015, infatti, sono stati staccati ben 47 biglietti gratuiti (quelli riservati a minori, disabili e forze dell'ordine) a fronte di soli 19 biglietti ceduti a pagamento. Il costo del biglietto è di 4 euro (2 euro il ridotto).

Istituito nel 1986, il museo archeologico regionale di Marsala è stato realizzato nell'ex stabilimento vinicolo Baglio Anselmi, costruito nel 1880. Tra i reperti più noti del museo c'è la «Nave punica», unico esemplare al mondo, scoperta nel 1971 sui bassi fondali sabbiosi di fronte a Punta d'Alga e recuperata tre anni dopo dall'archeologa inglese Honor Frost. E inoltre la statua in marmo (senza testa) di epoca romana delle Venere Callipige di Lilybeo, scoperta nel 2005 nel corso di scavi effettuati dagli archeologi nell'area di Capo Boeo, accanto la chiesa di San Giovanni.

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