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Trapani, è scontro sui decibel in via dei Crociferi

TRAPANI. La giovane che gestisce il pub «Frida’s» che incrocia le braccia e sbuffa la propria insofferenza: «Non posso fare musica nel mio locale, se va avanti così sarò costretta a chiudere». Il suo dirimpettaio che subito ribatte: «Macchè, musica e schiamazzi sono assordanti. Qui non si vive più. E' un inferno, vendo casa». Punti di vista, diametralmente opposti, in via Dei Crociferi nella zona del centro storico, teatro di una diatriba sui decibel. Uno scontro, nel segno della dialettica, che è figlio di una convivenza, tra residenti e chi investe aprendo nuove attività, sempre più complessa di giorno in giorno.

Giuseppe Modica, 61 anni, se la prende con gli operatori economici. «In quella che ormai è diventata la terra di nessuno, - dice - loro fanno quello che gli pare. In barba alle disposizioni fanno musica dal vivo all’esterno». E nella sua critica non risparmia nemmeno le istituzioni. Nella fattispecie il Comune: «Non fa applicare la legge». Anche Annalisa Di Marco, 40 anni, ha qualcosa da ridere sulle istituzioni, smentendo, di fatto, il suo dirimpettaio: «Troppi controlli anche per chi, come me, opera nel rispetto delle regole, realizzando un pub a norma. Agendo così si allontanano i clienti». Se la verità sta sempre nel mezzo, Modica ostenta la sua, passando - dopo una serie di denunce ed esposti alla Procura - ad una trovata provocatoria. Un cartello, affisso nel balcone di casa, che recita così: «Per .... delle istituzioni preposte alla tutela dei diritti alla salute, quiete, riposo e libera circolazione. Vendesi o affittasi».

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