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Dalla truffa all’abuso d’ufficio, chiesto rinvio per 5 agenti e 2 carabinieri

MARSALA. Falso materiale e ideologico in atto pubblico, calunnia, favoreggiamento, rivelazione di segreto d'ufficio, truffa, abuso d'ufficio sono i reati a vario titolo ipotizzati dalla Procura di Marsala a carico di 5 poliziotti e due carabinieri per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.

La prima udienza preliminare, davanti al gup di Marsala, è stata fissata per l'1 luglio. A condurre l'indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito, è stata la sezione di pg della Guardia di finanza della Procura marsalese. Il giudizio è stato chiesto per Nicolò D'Angelo, di 50 anni, vicequestore e dirigente della Polstrada di Trapani, Carlo Nicotri, di 31, commissario capo, ex dirigente del commissariato di polizia Mazara del Vallo (Tp), poi trasferito alla Questura di Palermo, i sovrintendenti di polizia Antonio Sorrentino, di 53, e Vito Pecoraro, di 54, l'assistente Vincenzo Dominici, di 46, tutti fino a poco tempo fa in servizio al Commissariato di Mazara (poi trasferiti in Calabria), e per i carabinieri Andrea Volpe, di 45 anni, e Salvatore Buscemi, di 36, anche loro in servizio a Mazara.

L'indagine è nata in seguito agli sviluppi del procedimento che, in Tribunale, a Marsala, vede imputati Pecoraro e Dominici per omissione d'atti d'ufficio e falso. Dalle intercettazioni disposte dalla Procura di Marsala è emerso, infatti, che il commissario Nicotri, nel 2014, chiese aiuto al vice questore D'Angelo per fare annullare una multa per eccesso di velocità che gli era stata elevata dai vigili urbani di Palermo, dichiarando che stava tornando di corsa a Mazara per ragioni di servizio. Per l'accusa, però, Nicotri era libero dal servizio e quindi avrebbe dichiarato il falso per evitare di pagare la multa. I due carabinieri, infine, devono rispondere di abuso d'ufficio e falso ideologico per non aver fatto la multa e sequestrato lo scooter al figlio del sovrintendente Sorrentino che guidava senza casco.

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