MARSALA. «L'attività delle imprese del gruppo Licata prosegue regolarmente. Non sono stati apposti sigilli. È stato solo emesso un provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza. È cambiata soltanto la gestione». Ad affermarlo è il commercialista Antonio Fresina, l'amministratore giudiziario nominato dalla Procura di Marsala per la gestione delle attività dell'imprenditore leader in provincia di Trapani nel settore della ristorazione e alberghiero, il 51enne Michele Angelo Licata.
L'amministratore giudiziario ha esternato la preoccupazione che la notizia del sequestro possa essere interpretata dai potenziali clienti, o da chi ha già prenotato, come cessazione delle attività. Alcuni clienti, infatti, dopo avere prenotato, ieri, appresa la notizia del provvedimento giudiziario, hanno disdetto la prenotazione per banchetti e pernottamenti al complesso «Baglio Basile» (albergo-ristorante-sala convegni-centro benessere e piscina). Oltre a questa struttura, già da martedì scorso l'amministratore giudiziario gestisce anche il ristorante-sala ricevimenti «Delfino», l'albergo-ristorante «Delfino Beach» e la «La Volpara» (agriturismo).
Per «evasione fiscale» e «truffa allo Stato», al gruppo di Michele Licata - indagato insieme alle due figlie Clara Maria e Valentina, nonchè ad altri dieci imprenditori accusato di avere emesso false fatturazioni - la Procura di Marsala e la Guardia di finanza hanno sequestrato somme di denaro, quote societarie, beni mobili e immobili, per un valore di circa 13 milioni di euro, nonchè quote sociali e beni mobili e immobili di quattro complessi aziendali per un valore stimato in circa 90 milioni di euro.
«Al mio insediamento - spiega Fresina - ho trovato aziende assolutamente vive, con molte prenotazioni, soprattutto per la stagione estiva». A lavorare per il «gruppo Licata», tra cuochi, camerieri, addetti agli alberghi, etc., sono circa 200 persone.
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