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Filiera pesca a Trapani, riflettori puntati sui titolari delle aziende multate

Dopo il maxi-sequestro prosegue l’attività dei militari della Guardia costiera

TRAPANI. Prosegue l’operazione della Capitaneria di porto culminata nel sequestro di circa 21 tonnellate di derrate alimentari (di origine animale e vegetale), per un valore complessivo di 250 mila euro. Merce, secondo quanto accertato dai militari della Guardia costiera, priva di tracciabilità, in precarie condizioni igienico-sanitarie e messa in vendita oltre il termine massimo di conservazione.

Al vaglio adesso la posizione dei responsabili delle tre aziende della grossa distribuzione, che operano a Trapani e a Erice, passate al setaccio. Le loro giustificazioni sul fatto che non erano a conoscenza che i prodotti erano scaduti, ovvero non erano destinati all’alimentazione ma alla pesca, infatti, non hanno convinto né Capitaneria, nè Asp (impegnata nei controlli sulla qualità della merce). La vicenda potrebbe avere ulteriori sviluppi qualora venissero accertati reati commessi dai titolari delle ditte che per il momento sono stati soltanto multati. Complessivamente sono stati elevati verbali per un importo di 30 mila euro, in relazione alle violazioni delle normative igienico-sanitarie, riscontrate nel corso dell’ispezione. Frattanto, c’è da registrare l’intervento della ditta “Nino Castiglione” che non è stata minimamente toccata dall’operazione denominata “Phoenix 3”, condotta dalla Capitaneria.

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