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Pantelleria, confermata la condanna all'ex sindaco per danno di immagine

L’ex sindaco dovrà versare 20 mila euro per il danno di immagine dovuto a un incarico esterno

PANTELLERIA. «Il danno all’immagine deriva dalla pubblicazione della sentenza di condanna e dal clamor fori che dalla stessa è derivato e che, in conseguenza, nessun rilievo possono avere le dimissioni dell’appellante sull’entità del danno in questione». Con queste motivazioni la Sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti (sentenza 57/A/2015) ha confermato la condanna dell’ex sindaco di Pantelleria Alberto Di Marzo, 64 anni, chiamato a versare 20 mila euro per il danno d’immagine causato all’amministrazione pantesca per aver conferito un incarico esterno in cambio di una tangente da 10 mila euro e oggetti in oro per 800.

La vicenda risale al 22 maggio del 2012 quando Di Marzo, che era stato eletto due anni prima con la lista civica "Pantelleria libera", era finito in manette con l’accusa di corruzione aggravata. Secondo l’accusa, avrebbe intascato una “mazzetta” e oggetti in oro dall’imprenditore edile di Alcamo Ernesto Emmolo per assumere con contratto a tempo determinato il figlio Dario, ingegnere idraulico, come tecnico al Comune. Di marzo si era dimesso il 29 maggio, all’indomani dell’interrogatorio di garanzia condotto dal gip di Marsala Vito Marcello Saladino. Il 19 luglio dello stesso anno l’ex sindaco aveva patteggiato un anno e mezzo di reclusione (pena sospesa).

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