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Castelvetrano, il pm: "Patrizia Messina Denaro ha incontrato suo fratello Matteo"

Il clan avrebbe temuto un possibile pentimento di Giuseppe Grigoli

CASTELVETRANO. È iniziata ieri pomeriggio la requisitoria del processo scaturito dall’operazione antimafia “Eden”. Per oltre quattro ore i pm della Dda Paolo Guido e Carlo Marzella hanno pronunciato la prima parte della discussione finale del processo che si sta celebrando da circa sei mesi davanti il Tribunale di Marsala presieduto dal giudice Gioacchino Natoli. Il procedimento vede imputati: Anna Patrizia Messina Denaro, Francesco Guttadauro (la prima sorella e il secondo nipote di Matteo, ritenuto capo di Cosa Nostra), e Antonino Lo Sciuto, accusati di associazione mafiosa. Sono imputati anche: Vincenzo Torino, accusato di intestazione fittizia di beni, e Girolama La Cascia, ritenuta parte lesa, ma accusata di false dichiarazioni al pm.

Girolama La Cascia secondo l’accusa, sarebbe stata vittima di estorsione ad opera di Anna Patrizia Messina Denaro, che avrebbe preteso una parte (70 mila euro) dell’eredità ricevuta da un’anziana possidente, Caterina Bonagiuso, madrina di battesimo di Anna Patrizia. Tuttavia, Anna Patrizia Messina Denaro non è citata nel testamento, ma la signora La Cascia ha dichiarato di avere consegnato i soldi (in tre assegni) affermando che poco prima di morire la Bonagiuso le disse di dare quella somma alla figlioccia. “È escluso, però – ha detto il pm Marzella – che nel febbraio 2012 la Bonagiuso fosse in grado di parlare” (in quanto le sue condizioni di salute non glielo avrebbero consentito). Di intercettazioni ambientali in carcere che avevano come aromento Grigoli ha parlato il pm Guido. Al centro della questione le voci diffuse in carcere di una possibile collaborazione con la giustizia di Giuseppe Grigoli.

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