MAZARA DEL VALLO. Crisi economica e crisi di nervi. Gli operatori della piccola pesca hanno grosse difficoltà ad ormeggiare nel porto canale a causa del fondo melmoso ed a loro si uniscono anche i titolari dei cantieri navali costretti a sistemare a proprie spese alcune banchine per continuare l'attività. «Questa mattina - dice Saverio Gancitano, proprietario di una piccola imbarcazione - sono uscito alle 5 del mattino, sono le tre del pomeriggio e per arrivare alla banchina ho dovuto impiegare due ore facendo un percorso a zig zag per non restare bloccato in mezzo al fiume, come è successo qualche volta». Lo stesso refrain lo dicono Matteo Ingargiola e Gaspare Lentini. Sono tutti titolari di barche che pescano entro le sei miglia e portano il pesce fresco che viene venduto sulla banchina o nei ristoranti. Le dimensioni del natante permettono di essere operativi con costi di investimento e di esercizio contenuti. Inoltre, l'impossibilità di spingersi oltre le 20 miglia dalla costa fa sì che le capacità di pesca, di lavorazione, conservazione e stivaggio del prodotto non siano neanche lontanamente paragonabili e a quelle delle grandi barche. Partono di notte e ritornano nel pomeriggio, oppure partono all'alba e ritornano il giorno dopo tra le sette e le nove quando sulla banchina ci sono già i primi avventori. Pesce fresco che viene venduto a buon prezzo. «Così però non si può andare avanti - dicono - il comune deve fare qualcosa». ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA