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Campobello di Mazara, ex sindaco accusato di concussione: chiesti sette anni

Secondo l’accusa avrebbero chiesto del denaro ad un imprenditore per votare favorevolmente una lottizzazione

CAMPOBELLO DI MAZARA. Due condanne e un’assoluzione sono state invocate dal pm Anna Cecilia Sessa durante la requisitoria del processo che vede alla sbarra l’ex sindaco di Campobello di Mazara Ciro Caravà e due ex assessori. Tutti alla sbarra per l’ipotesi di reato di concussione, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 7 anni di reclusione per Caravà e per l’ex consigliere comunale Antonio Di Natale, mentre ha richiesto l’assoluzione per un altro ex esponente dell’Assise civica campobellese: Giuseppe Napoli.

I tre erano stati imputati in quanto secondo la pubblica Accusa avrebbero chiesto del denaro ad un imprenditore mazarese, Vito Quinci, per votare favorevolmente una lottizzazione e una conseguente concessione edilizia necessaria per la costruzione di una struttura alberghiera di 220 stanze nella zona costiera di Tre Fontane. L’area in questione era ampia 80mila metri quadri. Nel maggio del 2010 Antonio Di Natale e Giuseppe Napoli furono arrestati dalla Guardia di Finanza. Secondo l’ipotesi d’accusa sarebbe stata chiesta una somma di 21 mila euro.  Secondo la Procura della Repubblica, Caravà nel 2005, quando era consigliere comunale, avrebbe chiesto circa 30 mila euro, per votare, e far votare anche ad altri, la stessa delibera. Quinci era legale rappresentante delle “Tre fontane”, “Il faro” e “Mokarta costruzioni”.

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