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L'allarme dei pescatori di Mazara: "I relitti degli scafisti tagliano le reti"

I natanti utilizzati dagli scafisti vanno alla deriva e affondano facendo rimanere impigliate le reti

MAZARA. Sicurezza in mare e la protesta corre via radio. I barconi utilizzati dagli scafisti, dopo lo sbarco degli immigrati, spesso vanno alla deriva ed affondano facendo rimanere impigliate le reti e le attrezzature da pesca. Vittime i pescherecci di Mazara che solcano il Canale di Sicilia in lungo e il largo, zone di mare in cui si inoltrano i barconi pieni di migranti. "Protestiamo perché non c'è vigilanza, siamo abbandonati - dice Matteo Gancitano. Così non si può andare avanti. Si spendono molti soldi per comprare nuove reti ed attrezzature. Ma chi ci paga questi danni?" I danni, per l'equipaggio del peschereccio e dell'armatore, sono enormi. Secondo il tipo e la grandezza dell' imbarcazione rinnovare le reti costa dalle 5 mila alle 20 mila euro. E poi c'è un altro problema, forse anche più serio.

La sicurezza in mare che diventa così per gli equipaggi dei pescherecci mazaresi, che si inoltrano nel Canale da Lampedusa a Capo Bon, uno dei punti fondamentali della protesta attraverso il passa parola via radio per affrontare i temi della grave crisi che investe il comparto ittico, acuiti proprio dai problemi della sicurezza in navigazione che derivano spesso dalla drammatica vicenda dei 'barconi della speranza' che attraversano quelle zone di mare dove transitano i pescherecci mazaresi i cui equipaggi continuano ad essere protagonisti nelle operazioni di salvataggio. La flotta peschereccia di Mazara del Vallo ha sempre dimostrato, e vuole continuare a dimostrare, grande spirito solidaristico nei confronti degli immigrati che sfuggono da fame, guerre e disperazione, ma chiedono alle Autorità di affrontare e risolvere il problema e chiedono assistenza e maggiore vigilanza.

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