TRAPANI. Sembrano avere i contorni di una vera e propria intimidazione nei confronti di una impresa di onoranze funebri - ma le cause, tuttavia sono ancora in corso di accertamento - i due incendi che, la scorsa notte, hanno distrutto otto mezzi. Due in via Messina, gli altri, invece, nella frazione trapanese di Salinagrande. Due episodi che in città e nel suo hinterland hanno fatto scattare l’allarme. Incendi, ancora tutti da decifrare; che a quanto pare, però, avrebbero un collegamento tra di loro. Questa è almeno la tesi investigativa della polizia chiamata a far luce sulla vicenda. In entrambi i casi, il fuoco ha bruciato auto di proprietà di Salvatore Mazzara, uno dei titolari della ditta «Mazzara e Riccobene» con sede a Trapani. Distrutto anche un furgone dell’impresa funebre. Due raid, quindi, che porterebbero la stessa firma. Sulla vicenda la polizia mantiene il massimo riserbo. Anche i vigili del fuoco, in questa direzione, non si sbilanciano in attesa dei risultati dei riscontri scientifici. Che i due incendi possano essere stati causati da un corto-circuito, tuttavia appare una ipotesi assai remota. Quasi da scartare. «Le cause sono ancora in corso di accertamento», tagliano corto gli investigatori. Altro non aggiungono. ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE DI TRAPANI DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA