TRAPANI. Nel giro di squillo scoperto a Trapani sarebbero coinvolti anche uomini delle "forze dell'ordine". Lo scrive il gip Antonio Cavasino nell'ordinanza con la quale ha ordinato l'arresto di sette persone tra cui Ana Maria Bermudez Valdes, la "cubana", indicata come l'organizzatrice degli incontri. Dall'inchiesta sarebbero emerse "collusioni" con imprecisati investigatori sui quali sono state avviato un filone di indagine parallelo. Le intercettazioni hanno poi consentito di ricostruire una rete che da Trapani si estendeva ad altri centri della provincia (Erice, Alcamo e Castellamare del Golfo). La "cubana", oltre a reclutare ragazze sudamericane in prevalenza colombiane, avrebbe curato anche la pubblicazione di annunci e i rapporti con clienti facoltosi. L'operazione ha molti punti di contatto con un altro blitz che nel 2011 portò alla scoperta di un altro giro di prostituzione a Trapani.
Nel giro erano coinvolte ragazze sudamericane di età compresa tra i 20 e i 30 anni, ma anche trans. Uomini e donne, a disposizione della Trapani bene, che si prostituivano in appartamenti presi in affitto nel capoluogo, a Marsala, Castellammare del Golfo e Alcamo, ma anche in villette e alberghi. Stella (il nome è di fantasia) era la più gettonata, l’unica a tenere testa alla concorrenza, forte, dei trans, i più richiesti da una clientela sempre più crescente, a dispetto della crisi che colpisce ogni settore economico.
Gli altri destinatari dei provvedimenti restrittivi, emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale Antonio Cavasino, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Tarondo, sono: Diana Pollina, 53 anni, di Trapani; Rosa Di Tanto, 53 anni, originaria di Torino ma residente nel capoluogo; Giuseppa Valenti, 48 anni, di Trapani; Gaetano Lampasone, 49 anni, di Alcamo; Giuseppe Piacentino, 37 anni, di Trapani, Giovan Battista Sansica, 52 anni, di Calatafimi. Le donne adesso sono in carcere. Gli uomini, invece, agli arresti domiciliari e sottoposti all’obbligo del braccialetto elettronico per scongiurare il pericolo di possibile fughe o di reiterazione del reato. Tutti chiamati a rispondere del reato di sfruttamento aggravato della prostituzione. Le donne reclutavano le ragazze, anche tra i loro familiari; gli uomini, invece, curavano l’aspetto logistico, scegliendo le case da prendere in affitto.
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