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Il vescovo Mogavero: strappiamo le straniere agli sfruttatori

Il delegato per le migrazioni della Conferenza episcopale siciliana: «I criminali approfittano delle debolezze del nostro sistema. Tempi brevi per i permessi»

MAZARA DEL VALLO. «È venuto il momento di trovare una soluzione al dramma delle migrazioni e di chi, dopo avere lasciato la propria terra d’origine, vive in Italia situazioni difficili. Noi come chiesa puntiamo molto sulle trattative politico-diplomatiche con gli stati interessati, quali che siano le difficoltà di trattative con paesi come l’Iraq, il Pakistan, la Libia. E poi puntiamo sulla istituzione dei canali umanitari: corridoi attraverso i quali incanalare chi lascia guerre o persecuzioni e va liberato dalla gogna dei professionisti delle migrazioni che fanno affari sulla pelle di uomini e donne disperate». Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, parla da delegato per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Siciliana. Non si tira indietro dal dire la sua, sia che si parli dell’ennesima strage di migranti morti nel Canale di Sicilia, sia del dramma della prostituzione.
Eccellenza, che cosa può fare lo Stato per aiutare chi arriva dal continente africano e si ritrova sul nostro territorio a vivere una vita al di sotto della dignità umana?
«In un modo o nell’altro questi uomini e queste donne devono essere protetti nelle loro terre d’origine. Oppure, dato che fuggono per evitare la morte, e sono disposti a pagare qualunque prezzo a sfruttatori, scafisti, trafficanti di organi, è necessario tagliare l’erba sotto i piedi di questi criminali».
Molte donne finiscono nel giogo della prostituzione. In concreto, a cosa pensa...
«Bisogna fare in modo che vengano concessi permessi di soggiorno provvisori per liberarle dagli strozzini della loro libertà e dare loro certezze. Queste donne vanno messe in condizione di potersi ambientare al più presto in Italia e va dato loro velocemente il riconoscimento dello status di rifugiato o richiedente asilo politico. Non è possibile che trascorra un anno dal momento in cui si avviano le richieste al momento in cui le commissioni prefettizie convocano i soggetti interessati. È una debolezza del sistema che va corretta...».

 

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